Il "cuore" della lavatrice è il cestello in acciaio inox, dentro il quale il bucato viene messo in ammollo, insaponato, agitato, risciacquato e poi nuovamente agitato per togliere l'acqua in eccesso. E' questo, in pratica, il sistema di lavaggio tradizionale che, nel corso degli anni, si è arricchito di sofisticati optionals elettronici ma che, ancora oggi, prevede sempre l'immersione del bucato nell'acqua.
Quando viene accesa, la lavatrice carica acqua attraverso un tubo, mentre una valvola collegata al pressostato stabilisce il livello d'acqua necessario.
L'acqua passa poi nel cassetto e raccoglie il detersivo, quindi entra nel cestello. Inizia così la fase di ammollo: le resistenze presenti all'interno dell'apparecchio scaldano l'acqua a temperature diverse a seconda del programma. All'ammollo segue il lavaggio: il cestello ruota prima in un senso, poi si ferma e inverte la rotazione. Dopo il lavaggio, la pompa di scarico elimina l'acqua insaponata e inizia la fase del risciacquo. Tra un risciacquo e l'altro, entra in funzione la centrifuga, che elimina l'acqua dai capi. Infine, dopo i risciacqui, la centrifuga ruota più velocemente per strizzare il bucato.
I DIVERSI TIPI DI LAVAGGIO
Il ciclo tradizionale avviene per immersione: il bucato, cioè, viene posto in ammollo in una soluzione di acqua e detersivo.
Con il lavaggio a pioggia, invece, i capi vengono irrorati dall'alto del cestello con getti di acqua e detersivo che penetrano nei tessuti, l'acqua sporca è aspirata dal fondo del cestello tramite una pompa. In alcuni modelli, per ottimizzare i risultati, vengono aggiunti altri getti che spruzzano acqua dai lati e dal basso. Si tratta di un tipo di lavaggio indicato quando i capi sono pochi, di tessuti e colori differenti.
Vi sono anche apparecchi con lavaggio a riciclo, in cui i due sistemi, a immersione e a pioggia, si integrano. Razze forate poste all'interno del cestello raccolgono dal fondo parte della soluzione di lavaggio e la riversano, con il sistema a pioggia, sul bucato. Questo tipo di lavaggio è indicato per grandi carichi.
CARICA DALL'ALTO E CARICA FRONTALE
Dal punto di vista delle prestazioni, non ci sono differenze, che sono, invece, soprattutto di tipo ergonomico e pratico.
Le lavatrici con carica dall'alto sono particolarmente indicate per chi ha problemi di spazio. Inoltre, è meno faticoso e più semplice inserire e togliere la biancheria. Altri vantaggi sono quelli di poter aprire lo sportello per aggiungere altri capi anche a lavaggio iniziato, senza che l'acqua fuoriesca, e di avere, per la posizione della vasca, minori probabilità di allagamenti. Nella maggior parte dei modelli con carica dall'alto, al termine del lavaggio, occorre far ruotare manualmente il tamburo fino a che non si trova l'apertura del cestello. Eventualmente si può optare per un modello con il riallineamento automatico, che consente al cestello, una volta terminato il ciclo di lavaggio, di posizionarsi da solo con l'apertura rivolta verso l'alto.
Le lavatrici a carica frontale presentano il vantaggio di offrire una varietà di modelli più ampia rispetto a quelle con carica dall'alto, soprattutto per quanto riguarda le dimensioni. Inoltre, solo la carica frontale è disponibile nella versione a incasso e può essere dotata dello speciale lavaggio a pioggia dall'alto. Un altro vantaggio è rappresentato dal fatto che, attraverso il vetro dell'oblò, si può tenere sotto controllo il lavaggio e capire immediatamente se c'è qualcosa che non funziona. Per facilitare le manovre di carico e di svuotamento della macchina, che possono diventare faticose quando si tengono in mano capi pesanti, sono disponibili modelli dotati di oblò con apertura a 180° e diametro di 30 cm. Inoltre, per non essere impacciati nei movimenti, sono da preferire i modelli con apertura dell'oblò a pulsante, anziché a scatto. E' necessario, invece, fare attenzione al fatto che una lavatrice con carica frontale deve avere davanti a sé almeno 60-70 cm di spazio per consentire a chi la usa di chinarsi senza problemi per introdurre la biancheria.
CAPACITA' DI CARICO E DIMENSIONI
Sono direttamente proporzionali: la scelta dipende dal numero dei componenti della famiglia e, quindi, dalla quantità di biancheria da lavare e dallo spazio di cui si dispone.
Le lavatrici più comuni hanno una portata di 5 kg e dimensioni standard (larghezza cm 60, profondità cm 60, altezza cm 85). Tuttavia, vi sono anche modelli con dimensioni inferiori in larghezza (cm 40-45, se a carica dall'alto) e in profondità (cm 52 o 45 o 33, se a carica frontale), mentre l'altezza rimane invariata (cm. 85). Le lavatrici da cm 33 hanno una capacità di kg 3,8, anziché di kg 5.
Chi ha problemi di spazio e non ha un grande quantitativo di bucato da fare, può optare per lavatrici da kg 3, che prevedono modelli alti solo 65 cm, da poter installare anche sotto al lavabo.
Infine, per chi non ha problemi di spazio, o può disporre di un locale lavanderia, e una famiglia numerosa, ci sono modelli con portata che varia da kg 5,5 a kg 6,6 fino a kg 7,5, ma cresce anche l'ingombro in altezza.
I PROGRAMMI
Oggi, le lavatrici offrono un numero elevato di programmi, che può arrivare sino a 20, destinati a carichi molto sporchi, normalmente sporchi, poco sporchi e ai diversi tipi di tessuti come la lana, i sintetici, i colorati e i superdelicati (seta). Secondo il programma, cambiano i movimenti del cestello, la temperatura e il numero dei giri della centrifuga. Per risparmiare acqua ed energia, sono molto utili il programma "ciclo rapido" e l'opzione "mezzo carico". Alcuni modelli sono dotati del programma "stiro facile" che, selezionando la funzione di centrifuga morbida, riduce il formarsi delle pieghe. I modelli più sofisticati, regolati da sistemi elettronici, rilevano la quantità di biancheria introdotta e dosano automaticamente l'acqua necessaria per ogni lavaggio, ottimizzando in tal modo i consumi di acqua e di energia.
Tuttavia, indipendentemente dal tipo di programma, i tipi di lavaggio sono sostanzialmente quattro:
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Lavaggio a 90-95 gradi
è indicato per cotone e lino molto sporchi o macchiati. Alcuni modelli di lavatrici hanno un tasto speciale da azionare in quanto, con gli attuali detersivi, 60 gradi sono considerati sufficienti.
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Lavaggio a 60 gradi
è indicato per cotone e lino bianchi, con colori chiari o con colori forti ma resistenti, e per cotone misto con poliestere.
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Lavaggio a 40 gradi
indicato per colori sensibili e per fibre delicate o sintetiche.
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Lavaggio a 30 gradi e a freddo
indicato per lana e misto lana, seta e misto seta, capi con colori delicati o colorati, al primo lavaggio.
LA CENTRIFUGA
Il numero di giri della centrifuga determina l'umidità residua sui capi a fine lavaggio e, quindi, la velocità dei tempi di asciugatura: più elevato è il numero di giri, più la biancheria risulterà asciutta. Su quasi tutti i modelli è possibile regolare manualmente la velocità. Nei modelli più semplici, il numero di giri va da 400 a 600 al minuto, ma alcune raggiungono addirittura i 1600 giri. E' utile sapere che con la centrifuga a 400 giri la biancheria esce con l'80% di umidità, a 500 giri con il 78% e a 850 con il 66,5%. Alcune lavatrici sono dotate di centrifuga a intervalli che consente di ottenere una centrifuga più delicata. Inoltre, selezionando i programmi sintetici e delicati, in genere la centrifuga viene ridotta o annullata automaticamente per non rovinare i tessuti e le fibre. Un alto numero di giri, infatti, è consigliato solo se i tessuti sono molto resistenti.
IL TERMOSTATO
Consente di variare manualmente la temperatura di lavaggio, che può essere inferiore o superiore a quella prevista per i diversi programmi. Ad esempio, si può abbassare la temperatura quando il carico è poco sporco. Un lavaggio a 40° gradi, infatti, consuma il 30% in meno di elettricità di quello a 90°. Inoltre, più aumenta la temperatura di lavaggio, più velocemente si formano le incrostazioni di calcare, mentre il calcare resta quasi tutto in sospensione quando la temperatura è inferiore ai 55°.
L'ETICHETTA ENERGETICA (ENERGY LABEL)
Se a determinare la scelta del modello di lavatrice più idoneo alle esigenze di ogni nucleo familiare concorrono molteplici fattori (dimensioni, capacità di carico, tipo di programmi, numeri di giri della centrifuga, estetica etc.) ancora una volta, così come per altri apparecchi di uso domestico, un grande aiuto per orientarsi nel modo migliore è rappresentato dall'etichetta energetica (Energy Label).
L'etichetta energetica per le lavatrici, che ogni rivenditore è obbligato per legge ad esporre, comprende sette settori e riporta:
1.
Nome e marchio del costruttore, completo di codice del modello.
2.
Le classi di efficienza energetica, con evidenziata quella di appartenenza dell'apparecchio. A parità di prestazioni (cioè di pulizia del bucato), l'efficienza energetica più alta è indicata dalla lettera A, quella più bassa dalla G.
3.
Il consumo di energia (che viene espresso in kWh), calcolato in laboratorio sul normale ciclo del cotone a 60° C.
4.
La classe di efficienza del lavaggio con lettere che vanno da A (efficienza massima, più pulito) a G (efficienza minima, meno pulito) per il ciclo di lavaggio a 60° C.
5.
La classe di efficienza della centrifuga con lettere che vanno da A (efficienza massima, meno acqua residua nel bucato) a G (efficienza minima, più acqua residua nel bucato).
6.
La capacità di carico e il consumo d'acqua per il ciclo di lavaggio a 60° C.
7.
Il grado di rumorosità, espressa in dB(A), durante le fasi di lavaggio e centrifugazione del programma di lavaggio a 60° C (questo dato non è obbligatorio).
Se da un lato, l'energy label dà al consumatore la possibilità di scegliere un apparecchio anche in funzione della sua qualità e del suo grado di prestazioni, dall'altro lato, è destinata ad accelerare lo sviluppo tecnologico dei prodotti a vantaggio di quelli che presentano consumi contenuti e sono meno inquinanti. Negli ultimi anni, infatti, per alcuni tipi di elettrodomestici, fra cui le lavatrici, sono state introdotte dai costruttori classi di efficienza maggiori della A, contrassegnate con il simbolo A+ e A++ ed Energy + per modelli che riducono ulteriormente i consumi rispetto alla classe A.
SICUREZZA: LA GARANZIA DEL MARCHIO IMQ
Una lavatrice lavora sempre a potenze molto elevate e con l'alleato più pericoloso della scossa elettrica: l'acqua. E', quindi, di fondamentale importanza che sia sicura. E lo è solo se, oltre alla marcatura CE, reca il marchio IMQ.
La marcatura CE, infatti, che deve essere riportata obbligatoriamente su tutti gli apparecchi elettrici prodotti e commercializzati nell'Unione Europea, significa che il fabbricante attesta che l'apparecchio è stato costruito nel rispetto dei requisiti di sicurezza delle direttive comunitarie. Si tratta, cioè, di una autodichiarazione che non è soggetta al controllo di organismi indipendenti. Ecco perché questa marcatura è solo una garanzia parziale. Il marchio IMQ (Istituto Italiano del Marchio di Qualità), invece, è l'attestazione, rilasciata da un organismo terzo e indipendente dopo aver sottoposto l'apparecchio a numerosi test e verifiche, che l'apparecchio è stato costruito nel rispetto delle norme di sicurezza.
Sono innumerevoli le verifiche cui l'IMQ sottopone le lavatrici.
Anzitutto, prima dell'apparecchio in sé, se i componenti di una lavatrice non risultano verificati, devono essere sottoposti a prove. E non si tratta di un particolare trascurabile in quanto, ad esempio, fra i componenti più importanti vi sono il programmatore, l'elettrovalvola che regola il flusso dell'acqua, gli interruttori, il pressostato, il cavo di alimentazione etc. Un cenno merita anche il tubo di raccordo fra la rete idrica e l'apparecchio, che deve rispondere, a sua volta, alle prescrizioni di apposite norme tecniche che riguardano la capacità di resistenza alla pressione dell'acqua, alla piegatura, all'invecchiamento e all'ozono presente nell'ambiente. Ad esempio, per verificare la sua capacità di resistenza a un utilizzo prolungato, il raccordo viene sottoposto a una serie di 25.000 impulsi sinusoidali, con una pressione che varia da 1 a 2 Mpa, e con una frequenza di 30 impulsi al minuto.
Per quanto riguarda le prove relative all'apparecchio vero e proprio, possono essere distinte in prove elettriche e non elettriche. Tra queste ultime, le più significative riguardano i materiali: ad esempio le parti in gomma, compresa la guarnizione dell'oblò, vengono sottoposte a prove di invecchiamento, in stufe apposite, per verificare che non si deteriorino nel tempo; inoltre, tutti i materiali delle superfici poste in prossimità di fonti di calore o di passaggi di corrente devono essere resistenti al fuoco, che potrebbe eventualmente sprigionarsi.
Le prove di resistenza meccanica vengono eseguite per verificare che, anche subendo colpi abbastanza violenti, l'apparecchio non subisca danni tali da rendere accessibili all'utilizzatore parti pericolose. Ad esempio, la pulsantiera e la manopola del timer vengono colpite, tramite un apposito "martello", con una forza predeterminata per verificare che, in caso di rottura, non si possa toccare fili o morsetti percorsi dalla corrente.
Nelle lavatrici con carica dall'alto viene verificata la robustezza del coperchio: un peso di 20 kg viene fatto cadere da un'altezza di 10 cm sul coperchio che, ovviamente, se costruito a regola d'arte, deve uscire indenne dall'urto.
Nelle lavatrici con carica frontale viene, invece, sottoposto a prova l'oblò di vetro, che deve resistere a una forza di 0,5 Newton applicata con un martello di prova.
Le prove più propriamente elettriche riguardano innanzitutto l'accertamento della veridicità dei dati indicati nella targa del prodotto. Successivamente, si verifica che tutte le parti esterne siano adeguatamente isolate in modo tale che, toccando l'involucro metallico dell'apparecchio, non sia possibile ricevere scosse elettriche; che non siano accessibili dall'esterno parti in tensione e che tutti gli elementi dell'apparecchio non si surriscaldino durante il funzionamento a regime. A tale scopo, la lavatrice viene alimentata con un valore di tensione pari a 1,06 volte quello nominale e le vengono fatti compiere tre cicli completi, scegliendo quelli più gravosi. Al termine dei cicli, si misurano le temperature raggiunte, che non devono superare i valori stabiliti dalla norme per le diverse parti. Ad esempio, un cavo interno in PVC non deve superare i 75°C, le manopole i 60°C (temperatura riferita ad una temperatura ambiente di 25°C). Viene poi misurato l'eventuale surriscaldamento del motore, i cui avvolgimenti non devono superare la temperatura ammessa dalla norma.
Estremamente importanti sono anche le prove di resistenza all'umidità, di pioggia IPX4 e di tracimazione dell'acqua. Nella prima, la lavatrice viene mantenuta per 48 ore in una camera di prova speciale dove viene creato un ambiente saturo di umidità (95%). Durante la prova di pioggia, l'apparecchio è collocato in una apposita camera dove è investito per 5 minuti da un getto d'acqua spruzzata attraverso un arco munito di appositi uggelli. Quindi, si simula il guasto dell'apparecchio in modo tale che entri acqua in continuazione. Al termine delle prove vengono effettuati dei test per verificare che l'isolamento elettrico dell'apparecchio non sia compromesso (sono applicate delle tensioni fino a 3.750 V).
Infine, le cosiddette prove di guasto mirano a verificare i comportamenti della lavatrice quando una parte entra in avaria a causa di un uso improprio o di un guasto, ad esempio se si blocca il programmatore in una posizione "delicata" (mentre sta caricando acqua, mentre sta riscaldando l'acqua etc.), oppure se si determina un cortocircuito del condensatore del motore. Anche in tutti questi casi, l'apparecchio dovrà essere in grado di non creare situazioni di pericolo e, nelle situazioni più pericolose, di spegnersi automaticamente.
In complesso, affinché una lavatrice effettui tutte le prove previste, occorrono tre intense settimane di lavoro. Al termine di questo tour de force, se tutto sarà andato per il meglio, sul prodotto rimarrà solo un piccolo segno: il marchio IMQ, grazie al quale il consumatore potrà scegliere, a colpo sicuro, una qualità che nasce dalla sicurezza.
PULITO PERFETTO: LE PROVE DElL'IMQ SULL'EFFICACIA DI LAVAGGIO, DI CENTRIFUGA E DI RISCIACQUO
L'etichetta informativa offre al consumatore molte altre indicazioni che gli consentono di scegliere un apparecchio, non solo in base al consumo e alla sicurezza (marchio IMQ), ma anche in base alla qualità e al grado di prestazione offerto dall'apparecchio.
Misurare la qualità di un prodotto non è semplice e sono molte le aziende costruttrici che si rivolgono all'IMQ per la realizzazione delle varie prove al fine di poter avere una valutazione indipendente e obiettiva, a tutela e a garanzia dei consumatori.
Ma in che modo i tecnici dell'IMQ assegnano i "voti" su come lava, su come risciacqua e su quanto centrifuga una lavatrice? E' tutta una questione di confronti che i tecnici svolgono in laboratorio mediante macchinate di panni sporchi, detersivi calibrati, misurazione fotometriche e analisi chimiche.
CHI LAVA PIU' BIANCO?
La norma che disciplina i metodi di misura delle prestazioni di macchine lavabiancheria per uso domestico è la EN 60456 che prevede una macchina speciale "di riferimento" con la quale confrontare e valutare i risultati della macchina in prova. Trattandosi, infatti, di prove qualitative, il giudizio è possibile solo dopo aver definito un termine di confronto. Macchina di riferimento e macchina di prova vengono, quindi, fatte funzionare in ambienti identici, seguendo le medesime modalità di programmazione e carico.
LAVAGGIO.
Il carico
Prima di verificare l'efficacia di lavaggio, i tecnici dell'IMQ devono attenersi ad un'impegnativa fase di preparazione relativa sia al tipo di carico, sia al tipo di sporco.
La norma parla chiaro: il carico di cotone (per i delicati e la lana le regole sono leggermente diverse) deve essere composto da pezzature specifiche. I tessuti, oltre a quelli con semplice armatura a tela, devono essere con trama a nido d'ape in quanto, per il loro particolare intreccio, reagiscono diversamente agli interventi chimici e meccanici della lavatrice. Il carico standard deve prevedere federe, e cioè pezzi di tessuto tubolare, lenzuola ed asciugamani, oltre ad alcuni provini di tessuto appositamente sporcati.
Le macchie
Anche per quanto riguarda il tipo di sporco, la norma è precisa. Le macchie, infatti, devono essere fatte su campioncini della misura di 120x120 mm circa, cuciti tutti insieme e poi pinzati con graffette non metalliche ad alcune delle pezzature usate nel carico. Per quanto concerne il tipo di macchie, devono essere le più resistenti: vino, cioccolato, grasso e sangue, ovviamente tutte riprodotte artificialmente, in laboratorio. L'intento è quello di verificare l'effetto di sgrassaggio (il provino viene sporcato con miscela di nero di carbone e olio minerale), di rimozione dei pigmenti proteici (sangue, in questo caso di maiale) e organici (cioccolato al latte) e l'effetto sbiancante (vino rosso).
Il detersivo
Per quanto concerne il detersivo, è importante che sia senza fosfati e che, a livello quantitativo, sia proporzionale al peso del carico. Per 1 kg di biancheria, ad esempio, la norma prevede 70 g di detersivo; per 5 kg, invece, quasi il doppio e, più precisamente, 134 g.
Il programma di lavaggio
Il programma è quello del cotone a 60°. A questo punto, le macchine possono partire. Per un ciclo. E poi, ripetendo tutte le operazioni da capo, per un altro e per un altro ancora, fino a raggiungere un minimo di 5 cicli.
L'efficacia
Terminato il programma di lavaggio, i provini vengono asciugati mediante stiratura fra due strisce di tessuto per evitare gli effetti di brillantezza e viene valutata la riflettanza. Il compito di misurarla è affidato a un fotocolorimentro ad alta precisione, che consente di misurare i componenti tricromatici. La valutazione è tanto più positiva quanto più i provini lavati dalla macchina di prova si avvicinano a quelli lavati dalla macchina "di riferimento".
RISCIACQUO
Terminata la valutazione del lavaggio, si passa all'efficacia del risciacquo. I tecnici dell'IMQ prelevano sia dalla macchina sia dal campione ancora umido alcune quantità di acqua. Attraverso laboriose operazioni, viene quindi calcolata la percentuale di alcalinità ancora presente nell'acqua rimasta nel tessuto. Naturalmente, meno tracce di detersivo sono presenti nei tessuti, più la valutazione è positiva.
CENTRIFUGA
L'ultimo esame spetta alla fase di centrifugazione. L'efficacia della centrifuga viene determinata dal peso dell'acqua che rimane nei panni di cotone dopo la centrifuga, rapportata al peso condizionato in aria di questo carico. In pratica, affinché il risultato sia buono, il capo deve contenere la minor quantità di acqua possibile.
I CONSIGLI DELL'IMQ
Consigli per l'acquisto
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Scegliere solo apparecchi con il marchio IMQ, a garanzia della loro qualità e sicurezza.
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Prima dell'acquisto, controllare attentamente l'etichetta informativa che indica la classe di efficienza ed il consumo di energia elettrica per ogni ciclo di lavaggio (hWh/ciclo), e scegliere un apparecchio a basso consumo energetico, classificato vicino al livello A.
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Leggere la parte dell'etichetta energetica che indica la quantità d'acqua consumata per ogni ciclo di lavaggio e scegliere un modello che consuma meno acqua. Scaldando meno acqua, si consuma meno energia e si risparmia sul detersivo.
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Valutare l'opportunità di acquistare modelli che possono utilizzare anche acqua calda prodotta con il gas o con i pannelli solari. Alcuni apparecchi, inoltre, prevedono il riutilizzo dell'acqua di lavaggio, che viene riciclata e immessa nuovamente in circolo ancora calda. Portando alla temperatura necessaria per il lavaggio acqua già riscaldata con altri sistemi, si risparmia sulla bolletta.
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Sull'etichetta informativa si trovano anche altre informazioni utili (Kg di capacità di carico, efficacia di lavaggio e centrifugazione) che aiutano a scegliere il modello più adatto alle proprie esigenze.
Consigli d'uso
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Utilizzare la lavatrice solo a pieno carico. Se la biancheria da lavare è poca, utilizzare il tasto mezzo carico che è presente su quasi tutti i modelli in commercio.
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Separare il bucato in base al tipo di tessuto e di sporco e scegliere correttamente il programma di lavaggio. Ciò consente di utilizzare l'apparecchio in modo efficiente e, quindi, di consumare meno energia.
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Preferire programmi di lavaggio a basse temperature (30-60°C). Lavare a 90°C solo biancheria molto sporca e molto resistente: a questa temperatura il lavaggio comporta elevati consumi di energia per riscaldare l'acqua.
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Non esagerare con il detersivo: un buon lavaggio non dipende tanto dalla quantità di detergente, quanto dall'uso corretto dell'apparecchio, dalle sue prestazioni e dalla durezza dell'acqua (semmai, aggiungere un prodotto anticalcare). Calibrare bene la quantità di detersivo vuol dire anche inquinare meno fiumi e mari.
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Lavando a freddo o a basse temperature, è preferibile il detersivo liquido, che è subito pronto all'uso, mentre quello in polvere richiede un certo tempo per sciogliersi e per attivarsi in combinazione con la temperatura. Per il lavaggio ad alte temperature, invece, è consigliabile il detersivo in polvere in quanto contiene sbiancanti (perborato) che mancano in quello liquido.
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Quando si devono lavare asciugamani, spugne, accappatoi e tutti quei tessuti che assorbono forti quantità d'acqua variando il loro peso, la lavatrice va caricata al massimo. Se non si osserva questo accorgimento, l'apparecchio, prima di iniziare la centrifuga, scarica tutta l'acqua ma continua ad avere, all'interno del cestello, un carico di capi fortemente imbevuti e molto pesanti.
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Non inserire capi non orlati o sfilacciati, o con ganci e bretelle che possono danneggiare il cestello.
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Una volta terminato il lavaggio, la biancheria non va lasciata in lavatrice in quanto potrebbe prendere odori sgradevoli e stropicciarsi ulteriormente.
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Dopo ogni bucato, asciugare la guarnizione di gomma dell'oblò. Inoltre, lasciare l'oblò aperto in modo che si asciughi il cestello e non si sviluppino cattivi odori.
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Pulire periodicamente il filtro e le vaschette: aiuta a consumare meno.
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Per maggior sicurezza, non mettere in funzione la lavatrice con le mani bagnate o con i piedi nudi. Inoltre, in caso di inattività prolungata, staccare la spina, chiudere l'acqua e lasciare l'oblò aperto in modo che non si formino cattivi odori.
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Sistemare correttamente i piedini regolabili in modo da garantire stabilità all'apparecchio quando la centrifuga ruota al massimo.
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La potenza elettrica assorbita dalla lavatrice richiede una presa unica.
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Per maggior sicurezza, si può fare installare un rubinetto che può chiudere solo l'afflusso di acqua alla lavatrice. Può essere utile anche in caso di guasti o perdite.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio Marketing IMQ: tel. 02-5073.369